la storia del violino Cremonese 1715 a cura di Fausto Cacciatori

 

la storia del violino

Cremonese 1715

a cura di Fausto Cacciatori

Cremona 1715
Jean Baptiste Volumier, violinista e Maestro de’ Concerti di musica del re di Polonia, soggiorna per ben tre mesi in città, attendendo che Antonio Stradivari termini la costruzione di ben 12 violini richiesti dal sovrano polacco Augusto II.
In quell’anno il numero di strumenti costruiti dal maestro cremonese è veramente straordinario. Sono questi gli anni della piena maturità, il periodo durante il quale il liutaio porta a compimento il lavoro di ricerca e sperimentazione sviluppato nel corso di lunghi decenni di lavoro, sono gli anni che vedono la creazione di strumenti unici e insuperabili per qualità acustica.

Aprile 1889
In occasione del suo giubileo Joseph Joachim, il grande violinista già famosissimo per la straordinaria esecuzione del concerto per violino di Ludwig Van Beethoven tenuta a Londra nel 1844, alla sola età di dodici anni, riceve in dono dal comitato per il suo festeggiamento un violino di Antonio Stradivari costruito nel 1715.
Legato da profonda amicizia a Johannes Brahms, Joseph Joachim è il primo violinista a registrare un brano musicale nel 1903 per la Grammophone Company a Berlino. In quell’anno il violino del 1715 ricevuto in dono era ancora nelle sue disponibilità.

Cremona 1959
Il presidente dell’Ente di Promozione Turistica della città nonché direttore del Museo Civico, Alfredo Puerari, manifesta la volontà di riportare a Cremona un violino di Antonio Stradivari.
Grande è il valore storico e culturale dell’iniziativa, dettata anche dalla volontà di promuovere il turismo valorizzando la figura e il lavoro di uno dei figli illustri della città, proseguendo così un cammino iniziato alla fine del XIX secolo.
”Vorrei che Cremona avesse un violino di Antonio Stradivari e che il Museo Stradivariano fosse tale non solo di nome ma di fatto… tutto questo perché fosse possibile in Cremona ascoltare la voce di un violino di Stradivari. Voglio uno Stradivari che suoni ancora.”
Cosi’ si esprimeva Alfredo Puerari nella lettera inviata al restauratore ed esperto di antichi strumenti cremonesi Simone Fernando Sacconi il 17 settembre del 1959.
La vicenda, dopo lunghi mesi di insistenti ricerche e dopo aver valutato numerosi strumenti, giunge a compimento il 18 dicembre del 1961.
Quel giorno, a conclusione delle pratiche doganali, un dispaccio da Milano annunciava: “Dalle ore 20 di oggi a tutti gli effetti di legge Cremona possiede uno Stradivari”.
Per le imprevedibili coincidenze della Storia, in quello stesso giorno 224 anni prima lasciava la vita terrena Antonio Stradivari.
Quel violino, probabilmente giunto alla corte del re di Polonia grazie a Volumier, è sicuramente lo stesso strumento donato al violinista ungherese per il suo giubileo e da allora conosciuto come “Joachim”. cambia nome. Da quel 18 dicembre, per volontà della comunità cittadina, lo strumento diviene il “Cremonese”.