L’Auditorium Giovanni Arvedi è stato ricavato nell’originale salone delle adunate, successivamente utilizzata anche come palestra, di Palazzo dell’Arte. Le dimensioni della sala originale erano approssimativamente 36m di lunghezza, 14m di larghezza e 10m di altezza. Per raggiungere un volume ideale della sala, si e deciso di scavare al di sotto del pavimento esistente per aumentare I’altezza del soffitto, risultato 14m sopra al livello del palcoscenico.
La sala è pensala per esecuzione di solisti e complessi da camera con un palcoscenico di soli 85m2 questo ha consentito di posizionarlo quasi in posizione centrale garantendo una visuale ottimale dell’ovale da qualsiasi posto spettatore. Non potendo intervenire sui soffitto e pareti, particolare attenzione e stata posta sulla resa acustica per gli spettatori posizionati attorno al palcoscenico. I materiati utilizzati per la sala sono semplici, legno e intonaco. Soffitto e pareti hanno mantenuto l’intonaco originale, dipinti in colori neutri quali il bianco delle pareti e il grigio chiaro del soffitto. Le parti nuove inserite sono invece rivestite in legno di un caldo color miele.
Con analoga metodologia di centinatura disposta su “curve di livello” sono stati realizzati tutti gli elementi che compongono e caratterizzano l’intera struttura dell’Auditorium. Analogamente a quanto adottato per il soffitto anche in questo caso si è proceduto seguendo un criterio volumetrico costruttivo in gergo definito “a fette o spicchi” che consentisse lo sviluppo sferoidale della scocca, quasi a creare una gigantesca sfera cava, in calcestruzzo.
Per le superfici dell’Auditorium lo Studio Palù & Bianchi ha adottato l’utilizzo di un rivestimento con doghe di legno d’acero naturale (impiallacciato) trattato, analogamente a quanto viene praticato per gli strumenti ad arco, con vernici appositamente concepite per non alterare le qualità acustiche dettate dal progetto della Nagata Acoustics donando nel contempo ai volumi una calda cromaticità color miele.
Questa ultima fase ha impegnato artigiani altamente specializzati che pazientemente hanno applicando direttamente su tutte le superfici, comprese quelle in calcestruzzo, sottili doghe di legno dello spessore di un millimetro. Il legno di rovere, con spessori ben più consistenti, è stato utilizzato per rivestire il pavimento, le gradinate e le vie d’accesso ai vai ordini di posto. Per il palcoscenico, Nagata Acoustic, ha richiesto l’utilizzo di un legno tenero: il Cedro Giallo dell’Alaska per le proprietà acustiche, posato su una struttura lignea appositamente calcolata. Particolare attenzione, in fine, é stata data a tutto l’apparato di controporte e contro infissi al fine di garantire una perfetta insonorizzazione dall’esterno mantenendo inalterate le qualità acustiche, delineate dal progetto costantemente verificato, nel corso dei due anni di costruzione del Museo del Violini e dell’Auditorium, dall’ingegner Toyota.